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Daniele Rota: intervista col primo Campione Italiano di chessboxing: “punto più in alto”.

Da oggi c’è una nuova stella nello scacchipugliato europeo: è Daniele Rota. Vincitore del primo titolo Italiano di sempre per la categoria Pioneers dei pesi leggeri, recentemente ho avuto il piacere di intervistarlo: classica faccia da bravo ragazzo, buon giocatore di scacchi e ancora incredulo del fatto che in questo momento tutti gli occhi siano puntati su di lui.

Intervista di Barbara Capasso

Daniele Rota: primo Campione Italiano di chessboxing.

Daniele Rota: primo Campione Italiano di chessboxing. Fotografie di SPQeR (Fabio Salmoirago).

In questi giorni si parla tanto della tua vittoria su riviste on line e social network, ti hanno cercato per intervistare il vincitore del primo titolo italiano di chessboxing della storia, come ti senti a riguardo?

Sinceramente non mi è mai capitato di essere cosi popolare, questa cosa mi spiazza un po’; tutte queste recensioni, gente che non conosco mi scrive per farmi i complimenti , riviste sportive come l’Eco di Bergamo e Bergamo News che mi chiamano per intervistarmi. È una vittoria personale non credevo suscitare cosi tanto clamore, non mi piace essere al centro dell’attenzione, manco fossi un vip.

Come sei approdato allo scacchipugliato e cosa ti affascina di questo sport?

L’estate dell’anno scorso sono andato a Bratto con mio fratello per un torneo di scacchi e quello stesso giorno ho conosciuto Volfango Rizzi che mi ha parlato di questa disciplina e mi ha invitato a partecipare al II Raduno Nazionale della FISP (settembre 2014). In quanto ex agonista di scacchi e praticando arti marziali pensai perché non provare a praticare questo sport, Volfango mi ha invitato anche a frequentare delle lezioni di chessboxing in una palestra di Milano e cosi è nata questa passione. Dello scacchipuglilato mi affascina il mix tra le due discipline: forza mentale e forza fisica, ma non è uno sport semplice da praticare: è arduo restare concentrati alla scacchiera dopo “averle prese”. Se sei nettamente superiore in una delle due componenti hai comunque più chance per vincere anche se non puoi trascurare l’altra componente.

Cosa pensi della FISP e delle sue iniziative?

Con la FISP, dopo aver partecipato anche al III Raduno Nazionale (aprile 2015) dove ho fatto della preparazione specifica al chessboxing agonistico, ho debuttato a maggio 2015 a Berlino durante un evento chiamato “Intellectual Fight Club”. Il presidente Volfango Rizzi, con cui ho stabilito un buon rapporto, mi ha dato molta fiducia facendomi partecipare anche alla finale del titolo Nazionale che ho appena vinto, ha creduto nelle mie capacità. Sono contento di far parte di questa bellissima squadra di persone umili e che lavorano sodo.

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Daniele con gli allenatori e compagno del Milan ChessBoxing.

Come ti è sembrato l’evento dell’ International Chessboxing Show che si è disputato il 24 ottobre scorso a Milano?

È stata una bellissima serata ho conosciuto anche Sergio Leveque, Gianluca Sirci e tanti altri chessboxer. Il tutto è stato organizzato con grande cura belli gli spettacoli, bravi i gruppi musicali con i Bomber e le Checkmate che ho avuto modo di conoscere dopo lo spettacolo. L’unica nota negativa nonostante la grande pubblicità e diffusione sui social network dell’ evento è che non sia venuto un pubblico numericamente proporzionale all’importanza dell’evento che offriva, oltre a due titoli nazionali, anche quello mondiale dei pesi massimi. Forse è andata così perché siamo in Italia e qui lo scacchipugilato non è ancora molto diffuso.

Hai vinto l’incontro al quinto round (scacchi) hai incontrato delle difficoltà? Jacopo Di Lauro è stato un avversario per te ostico?

Pensavo che Jacopo Di Lauro fosse molto più forte nel pugilato, scacchisticamente mi sentivo nettamente superiore. Nel primo round di scacchi ho usato solo otto secondi mentre il mio avversario due minuti e cinquantadue secondi c’era una netta differenza, io amo giocare con mosse veloci questo è il mio punto forte. Per quanto riguarda le riprese di pugilato: Di Lauro nella prima è stato nettamente superiore a me, poi a bordo ring i miei allenatori di Milano mi hanno consigliato come difendermi e riuscire a far meglio nel pugilato e ho boxato meglio. Tutto sommato a scacchi è andata più che bene mentre, pur non essendo un vero boxer, non ho trovato grandi difficoltà nel pugilato. A Berlino vinsi ma, nel pugilato, le presi di santa ragione.

Daniele Rota e Jacopo Di Lauro a fine incontro.

Daniele Rota e Jacopo Di Lauro a fine incontro.

 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Vorresti vincere altri titoli?

Pima di tutto desidero difendere il titolo italiano, poi se si organizzasse un titolo europeo, magari a Londra dove ancora non sono stato, mi piacerebbe parteciparvi e provare a vincerlo: si punta sempre in alto. Io cerco di allenarmi al meglio negli scacchi e migliorare nel pugilato. A scacchi mi sento più forte: anche a livello mondiale ho visto che i punteggi elo dei chessboxer non sono così alti; potrei già tranquillamente competere coi migliori, ma nel pugilato è un altro discorso, e sto lavorando per migliorare, sia allenandomi nella bergamasca, sia andando a Milano dagli allenatori FISP Fernando Frattesi e Luca Pittari e frequentando le lezioni del Milan Chessboxing presso la palestra MolonLabe.

Nel 2016, in India, vi saranno i Campionati del Mondo WCBO a formula torneo e la FISP intende parteciparvi con diversi atleti: voglio essere tra questi e provare ad arrivare più in fondo possibile al mondiale; nel frattempo continuo ad allenarmi.

Intervista di Barbara Capasso

Precedente intervista a Daniele Rota: Daniele Rota trionfa a Berlino con una scandinava. Intervista al chessboxer debuttante.


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