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Impressioni di un pantofolaio sui test match novembrini dell’Italia.

Tutti sanno che in vita mia non ho mai frequentato un campo da rugby e nemmeno toccato un pallone ovale. Ho conosciuto un amico napoletano che mi spiegò le regole, ma allora non avevo testa per il rugby e lasciai perdere; però, mi rimase impressa una sua affermazione secondo la quale il gioco degli scacchi ha molto in comune con il rugby. Allora la presi come una boutade, mentre ora, con il senno del poi, mi rendo conto che vi sono aspetti scacchistici in questo sport; per esempio la mischia che potrebbe essere paragonata al centro della scacchiera e, come spesso accade, il controllo del centro e della mischia può essere decisivo per la vittoria; la linea di meta che mi ricorda quella della scacchiera; non a caso quando il pedone raggiunge l’ottava si tramuta in donna e decide la partita. I flanker mi ricordano i cavalli, le ali mi ricordano gli alfieri, i centri la Regina e le Torri, e i pedoni gli 8 della mischia. Confesso, invece, che da quando l’Italia è entrata nel 2000 ed ha partecipato per la prima volta al 6 Nazioni, faccio di tutto per non perdermi gli appuntamenti ovali della nostra nazionale che le varie TV da La 7 sino a DMAX hanno trasmesso. Così è accaduto questo novembre, quando furono date in dirette le gare per i test match, appuntamento nel quale si confrontano le scuole rugbistiche di tutto il mondo. Pur di non perdere un incontro, coinvolsi l’8 novembre scorso i miei amici scacchisti a seguire in diretta TV il primo tempo della partita dei nostri azzurri, mentre quelli tra Argentina e Sud Africa li ho visti nella mia dimora.

Non c’è dubbio che la soddisfazione maggiore me l’ha data la bella vittoria contro Samoa, perché, a differenza del triste 6 Nazioni scorso e dell’orribile tour di giugno, ho visto una nazionale rinfrancata; uomini importantissimi come Favaro, Minto, Zanni, per non parlare di un rinato Sergio Parisse, hanno dato solidità ad una squadra che sembrava essersi smarrita in difesa e che non riusciva più a imporre il suo gioco, come era avvenuto in occasione dello splendido 6 Nazioni del 2013 quando l’Italia riuscì a vincere ben due incontri contro Francia e Irlanda.
Uno delle note liete che ho trovato in questi test match è stato sicuramente l’impiego dell’equiparato Haimona che è stato il nostro asso nella manica (delizioso il suo pallonetto che ha smarcato Parisse, in occasione della meta decisiva contro Samoa) che a differenza del discontinuo ma più talentuoso Orquera, ha dato maggiore fluidità alla manovra offensiva. Haimona è dotato di un buon piede, ma la sua percentuale ai calci di punizione non è ancora ai livelli del nostro giammai indimenticato Diego Dominguez. E’ un giocatore costante e credo che se migliorasse le sue percentuali al piede potrebbe diventare decisivo nelle partite successive che si disputeranno l’anno prossimo in occasione del prossimo 6 Nazioni.

Se la partita contro Samoa è stata utile per verificare la ripresa della nostra nazionale, l’impressione da profano che ho avuto per quanto riguarda la sconfitta contro una rinnovata Argentina, è stata negativa. Non tanto per quanto riguarda il gioco – l’Italia ha cercato in tutti i modi di mettere in difficoltà i Pumas – quanto per non essere stata in grado di sfruttare le migliori occasioni in attacco e per non aver saputo chiudere la partita al momento opportuno quando Gori ha commesso un errore (noi scacchisti la chiameremo una svista) che ha rimesso in carreggiata i latino-americani. Da quel momento in poi i Pumas hanno creduto di potercela fare, perché i tentativi di attacco della nostra squadra non andavano in porto a causa dei continui errori di handling dei nostri giocatori e l’ultimo tentativo, un improbabilissimo drop tentato da un insicuro Orquera, ha reso ancora più amara una sconfitta che poteva essere evitata.

Nel terzo test match contro il Sudafrica, nulla da dire: l’Italia ha giocato in maniera straordinaria e in certi momenti è stata commovente quando ha cercato per breve tempo di giocare alla pari contro i fortissimi Bokkies; è vero, il risultato è stato penalizzante, ma come si può pretendere di fare di più contro una delle squadre più forti del mondo? Non siamo ai livelli del Sudafrica, ma almeno abbiamo lottato ad armi pari sino al 60′, quando i sudafricani hanno fatto il break.

Cosa c’è da dire di più? Brunel, se si esclude “il caso Allan“, la giovane apertura che non è stata messa inspiegabilmente in panchina proprio nell’ultima partita contro i sudafricani, ha gestito al meglio i suoi uomini. Sembra che abbia ritrovato la quadratura del cerchio, anche se la strada per i mondiali 2015 è ancora lunga. Si vedrà se nel prossimo 6 Nazioni l’Italia riuscirà a giocare ad alti livelli, per ora i risultati sembrano confortanti.

Articolo di Daniele Marano.

 

Risultati dei test match autunnali dell’Italia:

Italia – Samoa: 24 – 13;

Italia – Argentina: 18 – 20;

Italia – Sud Africa: 6 – 22.


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