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Le “Discussioni di Scacchi” di Giangiuseppe Pili raddoppiano con la II serie.

SPQeR9877bassaDopo la prima serie primaverile delle Discussioni di Scacchi momenti d’incontro e di scambio di pensiero e nozioni curati da Giangiuseppe Pili, la serie è ripresa sabato 18 ottobre. Puntuale alle ore 19:15 Giangiuseppe, fautore dell’evento tenutosi presso l’Accademia Scacchi Milano, ha dato inizio all’appuntamento con tema: Scacchi e matematica di cui potete vedere alcune fotografie a corredo dell’articolo.

Un po’ per il tema trattato (magari apparentemente meno stimolante di altri passati e in programma), un po’ per essere l’incontro di ripresa della serie, in aggiunta ad uno spostamento di giorno e orario per questa II serie, il pubblico era più scarso che in altre occasioni: a parte lo stesso Pili vi erano solo nove presenti, che si sono comunque goduti la presentazione iniziale del relatore e poi la “discussione” a cui hanno partecipato alcuni di loro stessi. Comunque non è un piccolo numero: questa serie di “Discussioni di Scacchi” è un appuntamento un po’ di nicchia perché non si tratta di un evento agonistico, ne di un evento didattico, nel senso di una lezione per migliorare il proprio gioco, ma è invece un’occasione di sviscerare temi legati agli scacchi e in cui gli scacchi centrano magari in senso lato.

Con le sue parole, Giangiuseppe Pili spiega l’obiettivo di questi incontri nel seguente modo:

La discussione di scacchi vuole essere un momento di socialità dedicata alla discussione di tematiche legate direttamente o indirettamente al gioco degli scacchi. Data la natura dello scopo, che è quello di condividere un’opinione sul gioco, non rientra necessariamente nelle finalità dell’iniziativa l’analisi critica della tecnica del gioco nelle sue varie parti. Un’analisi più tecnica può essere il punto di partenza o il punto di arrivo di una particolare discussione tematica, ma non ne è il fine ultimo, che è quello di condividere un momento di socialità mediata dal dibattito dei singoli soci. L’obiettivo non è, dunque, quello di impartire lezioni, siano esse scacchistiche o extrascacchistiche, ma piuttosto avviare un discorso più ampio sul mondo degli scacchi, inteso come movimento sociale che coinvolge e ha coinvolto una moltitudine di uomini. Inoltre, gli scacchi sono un gioco dalla storia antica, in cui si è sedimentato molto sapere. Essi si prestano ad essere oggetto di dibattiti di natura ampiamente culturale.

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Gli incontri sono organizzati in una serie di discussioni settimanali (adesso il sabato) – tenute dallo stesso Giangiuseppe oppure da uno o più ospiti – ognuna trattante un tema differente. Il relatore presenta l’argomento per circa venti minuti a cui segue una discussione. Il moderatore cerca di stimolare i presenti ad una partecipazione attiva, curandosi che tutti coloro che vogliono intervenire abbiano l’occasione di farlo.

 

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Giangiuseppe Pili. Foto di SPQeR.

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I presenti, dopo aver ascoltato il relatore possono intervenire e dir la loro.

 

Programma autunno-inverno delle Discussioni di Scacchi presso l’Accademia Scacchi Milano:

1. Scacchi e matematica.

Si dice spesso che gli scacchi e la matematica hanno molti punti di contatto. Eppure sembra che esistano anche molte differenze. Cosa si può dire, da un punto di vista filosofico? Gli scacchi sono o non sono un gioco matematico? Gli scacchi hanno qualcosa in comune con la matematica?

2. Perché gli scacchi sono così complessi?

La meraviglia dei giocatori attorno agli scacchi nasce, spesso, dal fatto che essi sembrano inesauribili. Tuttavia, non è altrettanto semplice comprendere perché essi siano effettivamente così complessi. Forse perché abbiamo bisogno di capire meglio la natura stessa del gioco e dei suoi fondamenti più essenziali.

3. Scacchi cognitivi: quanto vale la conoscenza negli scacchi?

Si parla spesso di “conoscenza” come della discriminante tra giocatori forti e giocatori deboli. Un giocatore forte sa di più di un giocatore debole. Ciò è vero? E’ del tutto vero? Insomma, quanto conta la conoscenza negli scacchi? E, soprattutto, in cosa consiste?

4. Scacchipugilato: un binomio azzeccato?

Lo scacchipugilato, nato nel 2003 come un progetto artistico si è poi trasformato in uno vero sport. Recentemente approdato anche in Italia, assieme a Sergio Pagano e a Volfango Rizzi, soci fondatori e dirigenti della Federazione Italiana ScacchiPugilato, si cercherà di conoscere meglio questo sport, anche attraverso diapositive e corti-video, si parlerà delle differenza tra il competere, ma anche arbitrare, un evento di scacchipugilato rispetto a una competizione esclusivamente scacchistica. Si discorrerà delle qualità necessarie per diventare un o una chessboxer e quali sono possano essere le motivazioni di scegliere questo sport in cui si deve allenare, simultaneamente, fisico e mente.

5. Scacchi e giochi della mente: scacchi, go e poker.

Gli scacchi non sono l’unico gioco in cui si vince a condizione che si pensi bene. E prima di tutto che “si pensi”. Gli scacchi, infatti, a differenza del calcio si giocano essenzialmente con la capacità di discriminare mosse forti o deboli, di comprendere le intenzioni dell’avversario, di avere la più alta volontà di vincere. Tuttavia, almeno alcune di queste caratteristiche non sono esclusive degli scacchi. Il nobile gioco del go e il più diffuso e arcinoto gioco di carte, il poker, sono anch’essi giochi che coinvolgono facoltà mentali, capacità di ragionamento e tipologie di analisi estremamente diverse e sofisticate. Conoscere anche altri giochi della mente potrebbe essere uno stimolo anche per tutti gli scacchisti.

6. Gli scacchi e l’arte: a quali condizioni si può parlare di estetica scacchistica?

I punti esclamativi infiammano la vista, le belle combinazioni ci rimangono impresse nella memoria, eppure non sembra essere semplice accostare gli scacchi ad un’opera d’arte. Eppure molti grandi scacchisti pensano agli scacchi come una magia estetica. A quali condizioni, dunque, è sensato parlare di “bellezza” del gioco degli scacchi?

7. Il giocatore triste: scacchi e intelligenza artificiale. Parte II.

Tutti usano il computer, pochi sanno usarlo e pochissimi sanno cosa sia. Ci siamo quasi abituati all’idea che esso sia un eccezionale giocatore. Tuttavia, ben pochi hanno un’idea particolarmente chiara di come esso funzioni e del fatto che forse non è neppure un vero “giocatore”. Esso, in qualche modo, non è come noi. Ma come è? In (relativamente) pochi minuti è possibile capirne l’essenza per dissipare un cattivo pregiudizio.

8. La conoscenza sociale degli scacchi.

La conoscenza non è solo un fatto individuale. Di fatto, la maggioranza delle nostre competenze proviene da altri: libri, giornali, riviste, discussioni, testimonianze. Ma non è facile stabilire quali siano i parametri e i mezzi attraverso cui la conoscenza si diffonde nello spazio sociale. La discussione verte sull’analisi della diffusione della conoscenza all’interno del mondo degli scacchi da un punto di vista sociale.

9. Perché noi giochiamo a scacchi?

Ognuno di noi ha un motivo diverso per cui ama il gioco degli scacchi. Nella serata conclusiva si cercherà di fare il punto sui motivi per cui ogni giocare dedica del tempo agli scacchi, cioè ad un’attività puramente ludica.

 

Precedenti articoli sulle “Discussioni” (I serie):

Appuntamento con Sergio Pagano e … scacchi e fortuna.

Una serie di conferenze su temi connessi con gli scacchi con Giangiuseppe Pili.


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