Papa Francesco il 29 maggio ha annunciato “a sopresa” scrive RaiNews e come lo scrivono altri mezzi d’informazione, che il 27 agosto vi sarà un concistoro per la creazione di 21 cardinali. Noi però pensavamo che l’annuncio del prossimo Concistoro per la creazione dei nuovi cardinali fosse imminente e, per questo, sei giorni prima, il 23 maggio 2022, siamo usciti con un articolo in cui parlavamo dei prossimi “appuntamenti della Chiesa Cattolica“.
Difatti, dicevamo, passata la questione della nomina (con precedente elezione) del Presidente CEI, anche in previsione che il 6 giugno vi sarà un altro cardinale che passerà gli 80 anni e che il numero dei cardinali potenziali elettori scenderà, quel giorno, a 116, aggiunto alla considerazione che, nell’era del covid, l’estate è un periodo dell’anno propizio per svolgere un concistoro, tra l’altro – diversamente da come Francesco ha solitamente fatto nei suioi concistori in cui la presenza era aperta solo ai nuovi porporati e ai cardinali già presenti in Vaticano – invitando i cardinali del mondo a venire a Roma.
Giustappunto Papa Francesco, questa volta, come da noi previsto, ha invitato tutti i cardinali a venire a Roma per “una riunione di tutti i Cardinali per riflettere sulla nuova Costituzione apostolica Praedicate Evangelium che si terrà lunedì e martedì 29 e 30 agosto. Questo sarà quindi un importante appuntamento per la Chiesa che cerca di stare al passo con l’evoluzione sociale.
Vediamo come cambia il Sacro Collegio considerando i nuovi 21 cardinali, 16 dei quali elettori. Prima di tutto si evidenzia la tendenza, puntualizzata in nostri precedenti articoli, di avere una Chiesa sempre più globale, meno italiana e meno europea. Vengono rotte regole non scritte che in passato erano importanti: diventare Arcivescovo di Milano oppure Patriarca di Venezia era mettersi in pole-position per una elezione sul trono petrino, ora queste città, come anche Torino, Napoli, Palermo, Genova, non hanno più un cardinale elettore e, essere insediati a capo di queste arcidiocesi non dà più una nomina “automatica” alla porpora. Tra i sedici nuovi porporati elettori vi è un solo italiano, a capo di diocesi italiana: il vescovo di Como Oscar Cantoni: ecco come si ridisegnano le geografie. Vi è un altro italiano tra i nomi dei 16 “elettori”, Giorgio Marengo, che è però prefetto apostolico di Ulan Bator, in Mongolia (avrà 48 anni ad agosto diventando il componente più giovane del Collegio).
Il menzionare la Mongolia ci porta al secondo punto: come preconizzavamo, vi è una grande proporzione di asiatici: cinque, questo va verso la possibilità di avere un prossimo papa asiatico. Sono quattro i nuovi cardinali provenienti dalle Americhe e due i prelati futuri cardinali africani. Oltre ai due italiani citati, sono tre gli europei sotto gli 80 anni, due curiali (capi di dicastero) e uno solo residenziale che saranno porporati, rispettivamente: il britannico Arthur Roche prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, lo spagnolo Fernando Vérgez Alzaga presidente della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano e del Governatorato Vaticano e Jean Marc Avelin, arcivescovo di Marsiglia (Francia).
Dall’Asia: Filipe Neri António Sebastião do Rosário Ferrão arcivescovo di Goa e Damao (India), Virgilio do Carmo da Silva arcivescovo di Dili (Timor Orientale), Anthony Poola, arcivescovo di Hyderabad (India), William Seng Chye Goh arcivescovo di Singapore ed il coreano Lazzaro You Heung-sik, prefetto della Congregazione per il clero.
Dalle Americhe: i brasiliani Leonardo Steiner, arcivescovo di Manhaus e Paulo César Costa, arcivescovo di Brasilia, il paraguaiano Adalberto Martínez Flores, arcivescovo di Asuncion che aumentano significativamente il contingente di cardinali dall’America del Sud. Si aggiunge ad essi lo statunitense Robert W. McElroy, vescovo di San Diego che è stato evidentemente preferito all’arcivescovo di San Francisco, Salvatore Joseph Cordileone che non riceve la porpora.
Dall’Africa: Peter Ebere Okpaleke vescovo di Ekwulobia in Nigeria e Richard Kuuia Baawobr arcivescovo di Wa, Ghana.
Tra chi sarà ultra-ottantenne (ora del 27 agosto) avremo: gli arcivescovi emeriti di Cartagena (Colombia) Jorge Enrique Jiménez Carvajal, di Cagliari Arrigo Miglio, di Gent il salesiano belga Lucas Van Looy oltre al canonista gesuita Gianfranco Ghirlanda e al Camerlengo del Capitolo di San Pietro, ed ex sottosegretario del Sinodo dei Vescovi, Fortunato Frezza. Questo fa salire il numero degli europei in Collegio ma costoro non voteranno in Conclave.
La composizione del Collegio cardinalizio:
Il Sacro Collegio, dopo la scomparsa del Cardinale Sodano il 27 maggio, è composto da 208 porporati, di cui 117 elettori e 91 non elettori. Il 27 agosto salirebbe a 229 cardinali di cui 132 elettori.
Un Collegio a cui Papa Francesco ha molto contribuito a dare un’immagine poiché il 63% dei cardinali elettori sono stati nominai da lui: al 27 agosto 2022 il Collegio sarà costituito da 52 cardinali creati da Giovanni Paolo II, di cui 11 elettori, 64 creati da Benedetto XVI, di cui 38 elettori, 113 creati da Francesco di cui 83 elettori. Geograficamente dal 27 agosto saranno così distribuiti: 107 cardinali in Europa, di cui 54 elettori; 60 cardinali nelle Americhe, di cui 38 elettori; 30 cardinali in Asia, di cui 20 elettori; 27 cardinali in Africa, di cui 17 elettori; 5 cardinali in Oceania, di cui 3 elettori.
Queste nomine non cambiano, senonché rafforzano, i candidati da noi indicati favoriti, in un eventuale Conclave, nell’articolo: Chi sarà il prossimo papa? La Chiesa dopo Francesco. Grande favorito appare il filippino Luis Antonio Tagle, l’elezione-nomina a Presidente della CEI di Matteo Maria Zuppi rafforza anche questa figura e, la guerra in Europa, tra Ucraina e Russia, potrebbe favorire l’ascesa di un Segretario di Stato e, quindi, Pietro Parolin.
Articoli precedente su questa tematica:
Elezione del Presidente CEI e altri appuntamenti prossimi della Chiesa Cattolica.
Chi sarà il prossimo papa? La Chiesa dopo Francesco.
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