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Gli scacchi: uno sport che sviluppa le funzioni cognitive e incrementa il rendimento scolastico.

Articolo del Dr. Cestaro Mario, Biologo, Specialista in Microbiologia e Virologia, Nutrizionista, Master di Primo Livello in Scienze dello Sport

GLI SCACCHI NASCONO IN INDIA COME DERIVAZIONE DI UN GIOCO DENOMINATO “CHATURANGA”.  

Gli scacchi originarono in India, attorno al 500 d.C., dall’evoluzione di un gioco denominato “Chaturanga”. Il chaturanga si sviluppava su una scacchiera quadrata di 64 caselle (“Astapada”), e ciascun giocatore utilizzava 8 “pedine”:  quattro Fanti (i pedoni degli scacchi odierni), una Barca (da cui deriverebbe la torre degli scacchi moderni), un Elefante (alfiere), un Cavallo, e un Re. Il gioco non prevedeva la Donna (1, 2) 

Il gioco passò in Persia durante il regno di Cosroe I (detto Anushirwan: “anima immortale”) tra il 531 al 579 d. C, tramite una ambasciata del Raja indiano Devisarm, che donò al sovrano iraniano una scacchiera costituita da sedici pezzi di smeraldo e 16 pezzi di rubino. Secondo Bochart è ai Persiani che si deve il nome del gioco, da “Schach” (Re), da cui anche il termine “Schachmat” (“Scaccomatto”, letteralmente “il Re è morto”) (3)

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Il sovrano Persiano Cosroe I seduto sul trono (Museo di Baltimora) 

Nel 636 i successori di Maometto (i “Califfi”) diedero inizio alla campagna contro l’impero Sasanide e, dopo essersi impossessati di Ctesifonte, sconfissero definitivamente le armate Persiane a Nihavend (642), in tal modo gli scacchi passarono dal mondo Persiano a quello arabo.

Gli scacchi furono tenuti in grande considerazione nel mondo musulmano: Al Adli scrisse il libro “Kitab Ash – Shatranj” (“Il Libro degli Scacchi”) che è considerato il primo libro scientifico sul gioco, comprendente la storia degli scacchi, le aperture (“Tahabiyat”) e i finali (“Mansubat”). I grandi Maestri di scacchi (“Aliyat”), capaci di prevedere fino a 10 mosse (4), godevano di notevole considerazione tanto da dedicargli delle statue.

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Statua di as Suli (Iran) un “aliyat” nato nell’880 in Turkmenistan

Nel 713 Teodemiro principe dei Goti si sottomette ad Abdelaziz con conseguente conquista musulmana della Spagna (5) e arrivo degli Scacchi in Europa

In Europa si svilupparono le attuali regole del gioco, riportate nel poemetto “Scach d’Amor”, manoscritto catalano redatto a Valencia nella seconda metà del 1400 (6)

Nel 1920 viene costituita la “Federazione Italiana Scacchi”

Nel 1924 viene nasce la “Federation Internationale des Echecs” (FIDE) a cui aderisce anche la “Federazione Italiana Scacchi”.

Nel 2001, con l’affiliazione al Coni, gli scacchi divengono uno sport, rientrando tra le “Discipline Sportive Associate” (DSA): attività a carattere prevalentemente ludico – ricreativo, NON riconosciute a livello olimpico, al pari di arrampicata, dama, bowling, cricket, kung fu…. (7, 8) 

GLI SCACCHI E LA SCIENZA 

Le pubblicazioni scientifiche relative agli scacchi sono numerose, va tuttavia tenuto presente che una pubblicazione scientifica non fornisce verità assolute, ma dati, più o meno completi, che vanno interpretati.

Per rendersi conto della complessità del problema è necessario introdurre due concetti: quello di “Gruppo di controllo” e quello di “Significatività statistica”.  

IPOTIZZIAMO CHE UN RICERCATORE VOGLIA STABILIRE SE LA PRATICA DEGLI SCACCHI AUMENTA IL QUOZIENTE INTELLETTIVO DEI BAMBINI. Egli potrebbe organizzare uno studio, strutturato come segue: 

  • Dividere dei bambini di età scolare in 2 gruppi: un “Gruppo Sperimentale” destinato a frequentare delle lezioni di scacchi durante l’anno scolastico, e un “Gruppo di controllo”, costituito da bambini che non frequenteranno le lezioni di scacchi
  • Somministrare ai bimbi, di entrambi i gruppi, un test di intelligenza immediatamente prima di iniziare l’anno scolastico, e un secondo test di intelligenza al termine dell’anno, valutando eventuali differenze nel punteggio.
  • Ovviamente il “Gruppo sperimentale” e il “Gruppo di controllo” dovranno essere omogenei, cioè costituiti da bambini della stessa fascia di età (in quanto l’età è un fattore che influisce sullo sviluppo cognitivo) e che abbiano, mediamente, quozienti intellettivi dello stesso livello.
  • Ipotizziamo anche che, al termine dell’anno scolastico, i bambini che hanno frequentato le lezioni di scacchi ottengano, mediante, un punteggio di “10 punti più alto” rispetto al gruppo di controllo, nel test che misura il quoziente intellettivo: il ricercatore dovrà escludere che tale differenza di punteggio sia frutto del caso, a tal fine dovrà calcolare il valore di p” (“p value”) ovvero la “significatività statistica
  • Il “valore di p” è calcolabile mediante diversi test matematici, i più utilizzati dei quali sono “il test del chi quadrato” e il “test di student”, nel caso il valore di “p” sia inferiore a 0,05 si può concludere che la differenza rilevata è “statisticamente significativa”, cioè NON dovuta al caso.
  • Nell’esempio di cui sopra, nel caso in cui il calcolo di “p” risultasse inferiore a 0,05, la conclusione dello studio sarebbe che “gli scacchi incrementano il quoziente intellettivo dei bambini”

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A B

“A”: Karl Pearson (1857 – 1936) lo statistico britannico ideatore del “test del chi quadrato”

“B”: William Sealy Gosset (1876 – 1937): lo statistico inglese ideatore del “test di student”

LE ABILITA’ COGNITIVE. Le “Abilità cognitive” comprendono: apprendimento, memoria, consapevolezza (capacità di valutare le proprie azioni e le conseguenze delle proprie azioni), capacità di comprensione, ragionamento, capacità di giudizio, intuizione, linguaggio.

STUDI SCIENTIFICI SUGLI SCACCHI 

  • J. Christianen nel 1976 realizzò uno studio su 40 bambini (età media di 10 anni) divisi in 2 gruppi di 20 bambini ciascuno, con il gruppo sperimentale si realizzò un corso di 42 ore di scacchi. Al termine dello studio si somministrarono a entrambi i gruppi dei test (“Test degli stadi di sviluppo di Piaget” e il “Test Attitudinale per l’Orientamento”) al fine di valutare delle differenze dal punto di vista delle abilità cognitive. Il gruppo che aveva seguito la formazione scacchistica realizzò punteggi più alti rispetto al gruppo di controllo (che aveva seguito la programmazione scolastica ordinaria), ma la differenza non risultò statisticamente significativa (9)
  • Tudela, nel 1984 supervisionò la ricerca “Learning to think project” su un numero molto ampio di bambini della scuola primaria venezuelana. L’obiettivo era stabilire se gli scacchi sviluppassero l’intelligenza, rilevata tramite la “Wechsler Intelligence Scale for Children”: dopo meno di un anno di insegnamento sistematico del gioco degli scacchi maschi e femmine mostrarono un significativo incremento del quoziente intellettivo. Il limite dello studio è costituito dal fatto che non era previsto il “gruppo di controllo” (9)
  • Sempre negli anni ’80, Ferguson sviluppò la ricerca “Development of Reasoning and memory through chess”. Agli studenti undicenni di una scuola di Bradford (USA) venne proposta una formazione scacchistica che prevedeva momenti di gioco tutti i giorni e due – tre ore settimanali di lezione di scacchi per l’intero anno scolastico. Vennero somministrati, prima e dopo l’intervento, il “Test of Cognitive Skills” e le sotto – scale Memoria e Ragionamento Verbale del “California Achievement Test”, I progressi nel test vennero comparati a quelli della popolazione generale statunitense. Un totale di 14 allievi completarono sia il test pre intervento sia quello post intervento. L’analisi dei dati mostrò un impatto significativo dell’intervento scacchistico sulle abilità di memoria e di ragionamento verbale (9).  
  • In uno  studio condotto in Pennsylvania e durato 4 anni (tra il 1979 e il 1983) il gruppo sperimentale (sottoposto a formazione scacchistica) superò ampiamente il gruppo di controllo, che pure svolgeva attività intellettuali supplementari, sia nel “Watson-Glaser Critical Thinking Appraisal test” (un test che misura il “pensiero critico”, cioè la capacità di valutare informazioni trasmesse verbalmente o in forma scritta) sia nel “Test di Torrence del pensiero creativo” (il “pensiero creativo” è quello che consente di risolvere problemi in maniera innovativa)  (10) 

Nel 2013 si condusse uno studio su alunni di scuola primaria (età media 9,8 anni): il gruppo sperimentale, di 20 bambini, partecipò a lezioni di scacchi, mentre i 18 bambini del gruppo di controllo presero parte a lezioni di matematica: i test psicologici, somministrati prima e dopo l’intervento, rilevarono un incremento delle abilità cognitive in entrambi i gruppi, ma nel gruppo sperimentale si registrarono miglioramenti maggiori (e statisticamente significativi) rispetto al gruppo di controllo: in altre parole gli scacchi risultarono più efficaci della matematica nel migliorare le abilità cognitive dei bambini (11)

  • RISULTATI DISCORDANTI. 

Nel 2019 furono pubblicati i risultati di uno studio condotto su 85 bambini di scuola primaria in cui si registrava una differenza significativa nella capacità di risolvere problemi di matematica nel gruppo sperimentale rispetto a quello di controllo. Il gruppo sperimentale era costituito da 48 bambini che avevano frequentato un corso di scacchi di 30 ore, mentre i 37 bambini del “gruppo di controllo” svolgevano attività fisica supplementare (12). 

Analoghi risultati erano stati rilevati da Sala et al. in uno studio pubblicato 4 anni prima e condotto su oltre 500 bambini di età compresa tra 8 e 11 anni: anche in questo caso scacchi risultano capaci di migliorare il rendimento scolastico in matematica dei bambini (13)

Uno studio pubblicato nel 2016 invece non aveva stabilito differenze statisticamente significative, sempre in relazione allo sviluppo delle capacità matematiche, tra un gruppo di bambini di scuola primaria che nel corso dell’anno scolastico aveva ricevuto una formazione scacchistica, e il gruppo di controllo che aveva seguito il programma scolastico ordinario (14)

Ciò non deve stupire: studi con risultati discordanti sono frequentissimi in ambito scientifico. 

E’ POSSIBILE DARE DELLE RISPOSTE DEFINITIVE? Sì, tramite le “Meta analisi”, le “Meta analisi” sono gli studi dotati di  maggiore evidenza scientifica, (unitamente alle “Review sistematiche”): un gruppo di ricerca esamina il complesso delle pubblicazioni scientifiche relative a un certo argomento (es: “scacchi e sviluppo cognitivo”), seleziona le pubblicazioni (eliminando quelle costruite con criteri meno stringenti, ad esempio perché prive del “gruppo di controllo”), le elabora dal punto di vista statistico, e giunge a delle conclusioni.   

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Livello di qualità delle pubblicazioni scientifiche. Quelle con minore evidenze sono “le ricerche in vitro”, quelle con maggiori evidenze sono “le review sistematiche” e le “meta – analisi”

Nel 2016 è stata pubblicata una Meta – Analisi che ha rilevato come gli scacchi contribuiscano a incrementare sia le abilità cognitive sia il rendimento scolastico dei bambini (15)

Il 15 Marzo 2012 il Parlamento europeo aveva già espresso una dichiarazione relativa all’introduzione del programma “Scacchi a scuola” nei sistemi di istruzione della UE, in considerazione degli effetti positivi degli scacchi relativamente allo sviluppo di: concentrazione, pazienza, perseveranza, senso di creatività, intuito, memoria, capacità analitiche e decisionali,  determinazione, motivazione e spirito sportivo.

Alla luce delle evidenze scientifiche attuali il “Chess Boxing” risulta quindi “uno sport completo”, capace di sviluppare e implementare sia le abilità cognitive, sia quelle fisiche dei praticanti, incarnando appieno il motto latino “Mens sana in corpore sano”.

Riferimenti bibliografici

  1. Hargrave CP A history of playing cards : and a bibliography of cards and gaming. Dover, Mineola – 2000 
  1. Leoncini M La grande storia degli scacchi. LE DUE TORRI, 2021
  1. Amati G. Ricerche storico-critico-scientifiche sulle origini, scoperte, invenzioni e perfezionamenti fatti nelle lettere, nelle arti e nelle scienze con alcuni tratti biografici della vita dei più distinti autori nelle medesime Opera dell’abate don Giacinto Amati parroco di Santa Maria de’ Servi … Tomo 1. Ed. Pirotta Giovanni 1830
  1. Shenk/Flabbi Il gioco immortale. Storia degli scacchi. Mondadori, 2021
  1. Conde/De Marlès Storia della Dominazione degli Arabi e dei Mori in Ispagna e Portogallo / Vol. 1. Pirotta, 1836
  1. Garzon AJ El acta de nacimiento del ajedrez moderno: el poema Scachs d’amor.  Pasiones bibliográficas 15 Octubre 2020
  1. Sanino/Verde, Il Diritto Sportivo, Cedam Padova, 2008 
  1. Valori G. Il Diritto nello Sport Giappichelli Editore, 2016 
  1. Trinchero R. Gli scacchi, un gioco per crescere. Sei anni di sperimentazione nella scuola primaria. FrancoAngeli, 2012
  1. Mohmad Ibrahim  Benfits of Playing Chess and its Applications in Education International Journal of Humanities, Arts,Medicine and Sciences, vol. 2, Issue 11, Nov. 2014.
  1. Fotinica Gliga, Petru Iulian Flesner Cognitive Benefits of Chess Training in Novice Children. 

Social and Behavioral Sciences 116 ( 2014 ) 962 – 967

  1. Meloni C.; Fanari R. Chess Training Effect on Meta-Cognitive Processes and Academic Performance. International Association for Development of the Information Society, Paper presented at the International Association for Development of the Information Society (IADIS) International Conference on Cognition and Exploratory Learning in the Digital Age (CELDA) (16th, Cagliari, Italy, Nov 7-9, 2019)
  1. Sala G. et al. Mathematical Problem-Solving Abilities and Chess: An Experimental Study on Young Pupils. SAGE Open, July-September 2015: 1–9
  1. Sala et. al. Does chess instruction enhance mathematical ability in children? A threegroup design to control for placebo effects. Proceedings of the 38th Annual Meeting of the Cognitive Science Society.  
  1. Sala G.; Gobet F. Do the Benefits of Chess Instruction Transfer to Academic and Cognitive

Skills? A Meta-Analysis. Educational Research Review · February 2016.

Articolo di Mario Cestaro


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