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L’allenatore di Prato se ne va: intervista con Jean-Luc Sans.

Mercoledì 5 novembre, appena dopo aver sentito le prime indiscrezioni riguardo all’esonero o abbandono dell’allenatore capo de I Cavalieri Prato, Jean Luc Sans, SPQeR ha contattato telefonicamente l’allenatore francese che ci ha offerto le seguenti spiegazioni alla sua decisione di lasciare la squadra. Ma prima di questo, riassumiamo la situazione antecedente la separazione tra la societå e l’allenatore in un paragrafo.

Jean Luc Sans. Foto di SPQeR.

Jean Luc Sans. Foto di SPQeR.

Dopo i problemi economici e societari de la scorsa stagione, proprio all’ultimo si é approntata una squadra a Prato, accettata l’iscrizione in Eccellenza con riserve e con molti che credevano che la squadra non si sarebbe presentata a Roma per la prima di campionato dal momento che mancavano i giocatori. Ma la squadra é stata fatta e, anche se con la panchina inclusa, non si raggiungevano i 23 giocatori disponibile per le partita, la squadra toscana ha sempre onorato le partite di campionato. Fu lo stesso Jean Luc Sans che, a Milano durante la presentazione del Campionato Eccellenza, che aveva assicurato il nostro inviato che la squadra di Prato ci sarebbe stata e che un paio di altri giocatori francesi erano in arrivo per i toscani.

Jean Luc Sans, mercoledì al telefono ha così spiegato la separazione tra lui e la società bianconera:

– Vivo ad Arezzo, tutte le volte che vado a Prato per allenare la squadra faccio 200 chilometri e ci metto anche i miei soldi per poter essere all’allenamento dei ragazzi. Alle 12:00 finiamo l’allenamento mattutino e non riprendiamo sino alle 16:00 e io non posso impiegare bene quelle ore visto che non mi é stata data la chiave dell’ufficio, non posso usare internet.

– In pratica il problema é la mancanza di fiducia del presidente nei miei riguardi e, visto questa situazione, dopo aver dato un ultimatum, ho deciso di lasciare. Più volte gli ho detto che quest’anno ci saremmo salvati, avremmo evitato la retrocessione, ma lui continuava a non avere fiducia in me e nel mio lavoro.

– I giocatori mi sostengono e hanno apprezzato il mio lavoro, come lo ha fatto il pubblico di Prato.

– Per il futuro non mi mancano le cose da fare e continuerò ad occuparmi principalmente di organizzazione eventi.

 

 


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