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Centesima sconfitta per l’Italia al Sei Nazioni. Termina la partita in 12 uomini.

Un altro risultato con grande differenza: l’Italia del rugby perde contro l’Irlanda a Dublino per 57 – 6 la partita valevole per il terzo turno del torneo delle Sei Nazioni 2022. Una partita che ha visto l’Italia, dopo 20′ di gioco, essere in campo con soli 13 uomini a causa del rosso a Hame Faiva che aveva da sostituito, 10 minuti prima, l’infortunato tallonatore Gianmarco Lucchesi. Non avendo più in panchina altri tallonatori, il regolamento punisce chi forza la mischia ordinata “no contest” al perdere un giocatore. La nazionale italiana ha poi terminato addirittura in 12 a causa del cartellino giallo ricevuto da Braam Steyn al 74′.

Si tratta della 100ª sconfitta degli azzurri in 113 partite sinora giocate al Sei Nazioni, quando esordirono nell’anno 2000. Dodici sono le vittorie oltre a un pareggio.

Toa Halafihi placca in avanzamento Garry Ringrose. Foto: Federugby/Getty Images.

Seppur il Sei Nazioni è un torneo gestito dalle federazioni dei paesi partecipanti, quindi incluso la FIR, sui mezzi d’informazione e podcasts anglofoni, si parla sempre di più al riguardo di cambi al torneo, siano questi estromettere la nazionale azzurra o introdurre un sistema di retrocessione oppure di uno spareggio retrocessione (con la vincente del Campionato Europeo, solitamente la Georgia). Proprio in un momento in cui le squadre sudafricane sono entrate nei campionati europei – dapprima con il Pro14, ora United Rugby Championships e, dalla prossima stagione (questo autunno) nelle due coppe europee: Coppa dei Campioni e Coppa Challenge – sarebbe il momento di mettere a tacere piani di estromettere la nazionale azzurra a favore di quella sudafricana. E intanto un arbitro georgiano ha ieri arbitrato proprio questa partita internazionale, Irlanda-Italia, a quando una partita del Sei Nazioni arbitrata da un arbitro italiano? Anche la qualità degli arbitraggi è importante per far crescere il movimento azzurro ed i campionati italiani, in primis il Top 10.

Questa disfatta azzurra è capitata in un finesettiman in cui anche le due maggiori squadre italiane, Zebre Parma e Benetton Rugby, sono state pesantemente sconfitte, in partite casalinghe, dello United Rugby Championship: a Parma si è perso coi Bulls per 7 -45 e a Treviso con gli Sharks per 7 – 29. Certamente, questi recuperi sono avvenuti in un periodo non indicato per le squadre italiane; particolarmente i trevigiani, si sono trovati a fare i conti con diverse assenze (29 per la squadra veneta) dovuto ai convocazi nazionali (nazionale maggiore e Under 20) e infortuni. Ad ogni modo questa è anche l’occasione per far giocare altri giocatori azzurrabili e far fare esperienza ai giovani.

Per fortuna a livello giovanile vi sono stati notevoli progressi da parte del rugby azzurro e, speriamo, questo possa ridurre le grida di cambiare il Sei Nazioni perché vi è una squadra che è notevolmente inferiore alle altre.

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La nazionale U20 azzurra ci potrebbe portare altre gioie prima della conclusione dell torneo Sei Nazioni Under 20. La squadra della nazionale maggiore è giovane e, nel frattempo, la federezione ed i tecnici stanno cercando di ampliare sempre di più il numero dei giocatori che potrebbero essere selezionabili per la nazionale azzurra, e ci aspettiamo che le nazionali A ed Esordienti giocheranno anche nel corso del 2022 per continuare ad offrire occasioni di incontri internazionali e proseguire nell’intento di ampliare la rosa.

Per la nazionale maggiore al Sei Nazioni si tratta della 35ª sconfitta consecutiva; su 22 precedenti partecipazioni l’Italia si è aggiudicata il cucchiaio di legno 16 volte di cui in 12 occasioni senza vincere una partita. Ora si spera che con la prossima partita, il 12 marzo all’Olimpico di Roma, contro la Scozia o, la settimana dopo, allo stadio del Principato a Cardiff, contro il Galles, la nazionale italiana riesca mostrare al mondo della palla ovale il valore della propria squadra e, magari, concludere questa serie negativa.

Juan Ignacio Brex cerca di passare Robbie Henshaw. Foto: Federugby/Getty Images.


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