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Sergio Leveque, l’uomo che è nato due volte.

Atleta MMA e pugile, scopre il chessboxing durante la lunga convalescenza per un brutto incidente. Campione del mondo dei pesi massimi in carica, punta a vincere. Come sempre. Intervista di Germano Longo.

Non è vero, almeno non per tutti, che si nasce una sola volta. La vita e il destino, quando vogliono, sanno complicare l’esistenza, portando verso il giorno in cui si viene al mondo di nuovo. Per la seconda volta.

Sergio Leveque incoronato Campione da Enki Bilal.

A Sergio Leveque è andata così: classe 1978, marchigiano di Senigaglia, è letteralmente rinato nel 2010. In mezzo, ci sono 5 anni di “discese ardite e risalite”, per dirla come Lucio Battisti. Non è un caso, se il suo simbolo e soprannome è ancora oggi “The Phoenix”, l’araba fenice, l’uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri. Il simbolo della resilienza e della capacità di reagire e superare le avversità usando tutta la propria forza.

Atleta di MMA, pugile, sportivo nell’anima, Sergio lo era sempre stato, ma nel 2005 tutto si ferma, di colpo: vittima di un grave incidente stradale, quando si sveglia, nel letto di un ospedale, i medici gli lasciano poche speranze: deve farsi forza, perché probabilmente perderà la gamba destra. Di fronte a Leveque, una montagna d’uomo, c’è il bivio della vita, quello che prima o poi arriva per tutti: da una parte lasciarsi andare ad un destino che chissà perché ha voluto così, dall’altra stringere i denti fino a mordersi le labbra e reagire, lottare, conquistare ogni giorno qualcosa di più.

Quelli che seguono sono tre interventi chirurgici uno più delicato dell’altro, e soprattutto tre anni interi con le stampelle, un altro per vincere il dolore di riuscire a stare in piedi da solo e l’ultimo quando finalmente torna ad allenarsi: è il 2010, esattamente quello della rinascita.

Ma visto che nulla da queste parti accade per caso, l’incontro con il chessboxing, diventa un altro giro di boa della vita di Sergio.

Quando hai scoperto lo scacchipugilato?

Sergio Leveque incoronato Campione del Mondo a Parigi.

Durante la lunga convalescenza dopo l’incidente ho letto per caso un articolo che raccontava di questa disciplina, nuova e così particolare da mettermi la voglia di provare.

Cosa ti ha colpito di più?

Ero incredulo: mettere insieme un gioco che richiede grande applicazione mentale come gli scacchi ed uno sport come al pugilato in cui al contrario servono i muscoli, lo trovavo così insolito da diventare affascinante.

Le prime sensazioni, quando hai provato di persona?

Il momento della transizione da un impegno all’altro, quando suona il gong e hai minuto per trovare la concentrazione per non sbagliare una mossa sulla scacchiera.

Non dev’essere facile…

No, per niente: bisogna imparare a non sentire il dolore dei muscoli e domare l’adrenalina della boxe, per sedersi davanti alla scacchiera e capire che pezzo muovere. Possibilità di errore, nessuna: nel calcio se prendi una rete puoi rimediare, nel tennis se perdi un set anche, con lo scacchipugilato smarrire la concentrazione significa volare al tappeto per un pugno oppure sentire l’avversario che dice “scacco matto”.

Come ti alleni?

Ho sviluppato un mio protocollo molto personale che alterna il massimo sforzo per un minuto e un gioco di concentrazione per due. Corpo e mente, di continuo, come i guerrieri di un tempo.

In effetti, c’è qualcosa di molto antico nell’alternarsi di scacchi e boxe…

Dovrebbe essere lo sporto olimpico per eccellenza, perché è la disciplina più completa che ci sia, quella che significa vincere una battaglia prima di tutto contro se stessi.

Sergio Leveque a Mosca.

Hai tre figli, qualcuno di loro si sta avvicinando al chessboxing?

No, sono ancora piccoli e per adesso preferiscono pallavolo e nuoto. In compenso si divertono a seguirmi: a Parigi, lo scorso febbraio, quando ho conquistato il titolo mondiale dei massimi, a bordo ring c’era la mia famiglia al completo.

Ma è una disciplina che consigli anche ai giovanissimi?

Eccome. Imparare a dominare il corpo e la mente rappresenta uno skill importantissimo nella crescita: permette di acquisire fiducia in se stessi, forma fisica, equilibrio. Gli scacchi sviluppano l’autocontrollo e la capacità di concentrazione, mentre il pugilato è uno sport altamente formativo a livello fisico.

Si avvicina l’appuntamento con i Mondiali di Riccione: tu e i tuoi colleghi sentite alzarsi la pressione? Nell’ambiente c’è molta attesa…

Personalmente sono molto tranquillo, ma credo dipenda molto dall’esperienza maturata per anni sui ring di tutto il mondo. In compenso nel corso degli allenamenti collettivi ho visto dei giovani molto interessanti, che secondo me garantiranno alla disciplina un futuro.

L’ultima domanda: ti stai allenando per mantenere il titolo?

Non ho nessuna intenzione di cederlo, per di più in Italia, a casa mia. Vorrei fosse ben chiaro.

Intervista di Germano Longo originariamente pubblicata su: chessboxingworld.com

Articoli su, o interviste precedenti a, Sergio Leveque:

Sergio Leveque sul tetto del mondo a Parigi incoronato da Enki BIlal.

Trionfo a Mosca: intervista a Sergio Leveque.

Sergio Leveque a Mosca per sconfiggere il Campione del Mondo.

Sergio Leveque batte il campione del mondo a Mosca.


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